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Referendum contro le trivellazioni: appello al governo !

Comunicato stampa

Referendum sulle trivellazioni, Legambiente chiede al governo il decreto per l’election day

Legambiente chiede al governo un decreto che istituisca l’Election Day, accorpando in un’unica data il referendum sulle trivellazioni e il primo turno delle elezioni amministrative previste per la prossima primavera. Fissare date separate sarebbe infatti un inutile sperpero di denaro pubblico e un ostacolo alla partecipazione dei cittadini.

Con il decreto, si supererebbero gli ostacoli paventati ieri dal ministro dell’interno Alfano che, secondo il direttore generale di Legambiente Stefano Ciafani, “sono solo una scusa per complicare la partecipazione dei cittadini alla consultazione referendaria”. Una scelta in netto contrasto con quanto dichiarato invece dal governo alla Cop21 di Parigi e con gli impegni presi in quella sede.

“Agevolare la partecipazione dei cittadini alla consultazione promossa per decidere di non fare nuove trivellazioni petrolifere nel nostro mare è una questione di coerenza – prosegue Ciafani – non si può predicare bene a livello internazionale e poi fare il contrario in Italia”.

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Le 10 proposte di Legambiente al Governo per una migliore qualità dell’aria e della vita nelle città – Gennaio 2016

 

Auto privata ultima opzione per muoversi in città. Approvare un serio Piano nazionale antismog in cui il governo assuma un ruolo guida importante, dotato di risorse economiche, obiettivi misurabili e declinabili. La priorità deve essere la realizzazione di nuove linee metropolitane e di tram, a cui devono essere vincolate da subito almeno il 50% delle risorse per le infrastrutture, da destinare alle città. Il piano deve prevedere target di mobilità a livello urbano per arrivare entro 2 anni ad una quota di spostamenti individuali motorizzati al di sotto del 50% del totale, per arrivare nel giro di 6-8 anni sotto il 30%. Occorre infine una verifica dei piani di risanamento dell’aria delle regioni e delle principali città per garantire un’uscita dall’emergenza entro i prossimi cinque anni.

 

1000 treni per i pendolari. Sono stati annunciati nel 2006 dal Governo Prodi, che fece sperare in una nuova politica dei trasporti, ma non sono mai arrivati. Intanto i disservizi, l’affollamento dei convogli e il forte disagio per chi viaggia, porta sempre più persone a scegliere l’auto per gli spostamenti casa-lavoro.

 

100 strade per la ciclabilità urbana. Cofinanziare (insieme a Comuni e Regioni) la realizzazione nelle grandi città di un primo pacchetto di nuove corsie ciclabili lungo le principali direttrici di mobilità all’interno dell’area urbana che consentano spostamenti in bici sicuri ed efficienti e costituiscano una valida e attraente alternativa all’uso dell’auto privata.

 

Ridurre la velocità a 30 km/h. Imporre a livello nazionale il limite di 30 km/h all’interno dei centri abitati, con l’eccezione delle principali arterie di scorrimento, con effetti sulla riduzione dell’inquinamento atmosferico e acustico e benefici sulla sicurezza, riducendo notevolmente gli incidenti.

 

Chi inquina deve pagare. Prevedere, con una disposizione nazionale, l’estensione del modello dell’Area C milanese a tutte le grandi città e con una differente politica tariffaria sulla sosta, i cui ricavi siano interamente vincolati all’efficientamento del trasporto pubblico locale.

 

Stop ai sussidi all’autotrasporto per migliorare il TPL. Dal 2000 al 2015 sono stati dati circa 400 milioni in media l’anno all’autotrasporto e anche per il 2016 gli aiuti diretti e indiretti saranno pari a 250 milioni di euro. Chiediamo che tali risorse siano, al contrario, destinate ad incrementare e migliorare il trasporto pubblico locale e il servizio per i cittadini.

 

Fuori i diesel dalle città. Limitare la circolazione in ambito urbano dei veicoli più inquinanti (auto e camion) sul modello della città di Parigi: entro il 2016 divieto di circolazione di tutti i veicoli euro 0 ed euro1, e dei diesel (auto e camion) euro 2. Entro il 2017 divieto esteso a diesel euro 3 e poi a crescere sino a vietare nel 2020 la circolazione dei veicoli diesel euro 5 (quelli venduti sino ad oggi).

 

Riscaldarsi senza inquinare. Vietare l’uso di combustibili fossili, con esclusione del metano, nel riscaldamento degli edifici a partire dalla prossima stagione di riscaldamento. Obbligo di applicazione della contabilizzazione di calore nei condomini in tutta Italia a partire dalla prossima stagione di riscaldamento. Obiettivo del 3% all’anno sulla riqualificazione degli edifici pubblici e privati per attuare il piano europeo per ammodernare o ricostruire l’intero patrimonio edilizio entro 30 anni.

 

Ridurre l’inquinamento industriale. Applicare autorizzazioni integrate ambientali (AIA) stringenti e rendere il sistema del controllo pubblico più efficace con l’approvazione della legge sul sistema delle Agenzie regionali protezione ambiente ferma al Senato da oltre un anno.

 

Nuovi controlli sulle emissioni reali delle auto. Applicare immediatamente i nuovi criteri di prova di omologazione per i veicoli immessi sul mercato, con verifica su strada e dichiarazione obbligatoria dei risultati reali di consumo e di inquinamento risultanti.

Comunicato stampa 21 Agosto 2014 – TERNA

Spett. Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare

Direzione Generale per le Valutazioni Ambientali,

Via C. Colombo, 44

00147 ROMA

e-mail: DGSalvaguardia.Ambientale@PEC.minambiente.it

 

Spett. Ministero dei Beni e le Attività Culturali

Direzione Generale per il Paesaggio, le Belle Arti, l’Architettura e l’Arte Contemporanee

Via di San Michele, 22

00153 – Roma

e-mail: mbac-dg-pbaac@mailcert.beniculturali.it

 

c.p.c.   Spett. Amministrazione Comunale di Chiari

Sede

e-mail: comunedichiari@legalmail.it

 

OGGETTO: OSSERVAZIONI ALLA DOCUMENTAZIONE PROGETTUALE E AMBIENTALE ELETTRODOTTO 380 kV “CASSANO-CHIARI” – RIQUALIFICAZIONE A 380 kV DELL’ELETTRODOTTO AEREO “CASSANO-ric OVEST BRESCIA” NELLA TRATTA COMPRESA TRA LE STAZIONI DI CASSANO D’ADDA E CHIARI ED OPERE CONNESSE. Proponente: Terna Rete Italia S.p.A.

Il sottoscritto
Ramera Giuseppe, nato a Chiari (Bs), il 19 marzo 1955 e residente in Chiari (Bs), Via Faustini, 4, in qualità di rappresentante pro tempore dell’associazione “ChiariAmbiente” (Gruppo locale di ACLI Anni Verdi), con sede in Chiari (Bs), Piazza 28 maggio n.1,

espone

quanto segue:

ChiariAmbiente, associazione ambientale affiliata ad ACLI “Anni Verdi” da diversi anni opera per la difesa della salute pubblica e dell’ambiente di Chiari (Bs);

La provincia di Brescia ha la percentuale di tumori più alta d’Italia e la zona di Chiari presenta un’incidenza di alcune malattie e tumori più elevata rispetto alle aree interessate dal sito inquinato di interesse nazionale (SIN) “ex Caffaro” di Brescia (vedi certificazioni dell’ASL di Brescia);

La stazione elettrica di Chiari ha un grosso impatto sull’ambiente clarense già nell’attuale configurazione. Tra l’altro, non si può ignorare il fatto che la linea a 380 kV che collega la stazione di Chiari a Gorlago taglia in due l’abitato della frazione “Santellone” e non rispetta le distanze di legge dalle abitazioni.

Il nuovo progetto presentato da TERNA va ad aggravare un impatto ambientale già molto critico, nella zona della stazione elettrica di Chiari, e sono in costruzione ulteriori linee elettriche per alimentare la nuova linea ferroviaria ad alta velocità.

Risulta quindi evidente la necessità di ridurre al minimo l’impatto delle nuove opere.

a tal fine si chiede di:

1)    Aggiungere agli interventi proposti da TERNA la modifica della linea a 380 kV che collega Gorlago-Stazione elettrica di Chiari per rispettare le distanze di legge delle abitazioni;

2)    Interrare alcuni tratti di linee elettriche che collegano la stazione elettrica di Chiari per ridurre l’impatto sulla salute dei residenti e sulle attività produttive presenti nella zona, in tutti i casi in cui questa soluzione tecnica è possibile valutando il rapporto costi benefici;

3)    Realizzare l’alternativa n. 5 in sostituzione dell’alternativa n. 1, come illustrato nella Tav. 310 – Alternative, allegata alla proposta Terna, perché ha un impatto ambientale minore nell’area della stazione elettrica di Chiari.

Si chiede, altresì, di verificare se esista o no un nesso di causalità materiale tra l’insorgenza NUMEROLOGICA di tot casi di patologie infantili tumorali e le fonti inquinanti esistenti nel territorio del comune di Chiari e della provincia di Brescia.

In fede

Chiari, 21 agosto 2014

 IL PRESIDENTE di ChiariAmbiente – Acli Anni Verdi

Comunicato stampa – 10 febbraio 2014

Con riferimento all’articolo comparso sul Bresciaoggi del 03 febbraio 2014, precisiamo quanto segue:

  1. La mail del 19gen14 era riservata agli attivisti di ChiariAmbiente e riportava una frase simile che su Bresciaoggi è stata modificata;
  2. Le preoccupazioni di ChiariAmbiente erano e sono legate al fatto che l’A.I.A. rinnovata dalla Provincia di Brescia e approvata anche dall’Amministrazione Comunale di Chiari non recepisce le osservazioni di ChiariAmbiente e in qualche caso è peggiorativa anche rispetto alla bozza presentata dalla Provincia in data 01/11/2013, in particolare segnaliamo i seguenti fatti principali:
  • Nella superficie coperta dall’insediamento industriale delle Trafilerie non vengono conteggiati 18.055 mq di capannoni già autorizzati dall’amministrazione comunale (e già realizzati); Perché?
  • La nuova AIA autorizza non prevede centraline di controllo dell’inquinamento dell’aria, sistemi di misura per misurare e stimare l’inquinamento delle acque e del suolo nonostante le richieste di una delibera del consiglio comunale;
  • La nuova AIA modifica gli scarichi delle acque reflue. Viene aperto un nuovo scarico nella seriola Vecchia le cui acque d’irrigazione interessano terreni agricoli clarensi (prima questi terreni non erano interessati da acque industriali). Lo scarico nel canale Brioni anche se illegittimo non viene chiuso. Il fatto più grave è che lo scarico principale diventa quello che confluisce nella seriola Vecchia mentre prima lo scarico principale interessava la seriola Castrina che non irriga i terreni agricoli clarensi. Tra l’altro l’AIA sostiene che la seriola vecchia non irriga i terreni clarensi?! Il progetto del nuovo impianto che è stato presentato nel 2009 dovrebbe sostituire l’attuale impianto inadeguato solo nel 2015? Questo ritardo è inaccettabile e l’impianto dovrebbe comunque essere oggetto di valutazione d’impatto ambientale perché si tratta di una modifica rilevante;
  • La Provincia non ha permesso a ChiariAmbiente di presenziare alle conferenze dei servizi che hanno definito i contenuti dell’AIA, ma nemmeno il consiglio comunale e le commissioni consiliari hanno potuto valutare i contenuti dell’AIA. Questo la dice lunga sulla volontà del Sindaco e dell’Assessore all’ambiente di escludere la partecipazione dei portatori d’interessi diffusi;
  • La nuova AIA stabilisce al punto C.7.3 che “.. I rilasci di sostanze pericolose per l’ambiente non causano effetti di danno per la popolazione”.. (sono diossine, PCB, metalli velenosi e cancerogeni!?). Le concentrazioni che si possono raggiungere al suolo non provocano effetti dannosi per le persone. Come mai le Trafilerie Gnutti sono state obbligate a bonificare un’area adiacente al sito produttivo? Perché non si procede alla stima delle sostanze pericolose emesse in aria, in acqua e sul suolo? Perché non si valuta il rischio sanitario e il danno sanitario che potrebbe interessare la popolazione clarense come è già stato fatto in altre regioni d’Italia?
  • La nuova AIA stabilisce al punto D.3 che le tre nuove linee fumi per gli impianti di essicazione della tornitura di ottone, in grado di ridurre le diossine nei fumi da 0,5 ng/nm3 a 0,1 ng/nm3, entreranno in funzione il 31/12/2016 la prima,il 31/12/2017 la seconda e il 31/12/2018 la terza. Gli impegni presi dal consorzio Ramet, a quale partecipano anche le Trafilerie Gnutti, stabilivano come termine ultimo il 31/12/2013 per tutte le emissioni in aria contenenti diossine!
  • La nuova AIA stabilisce al punto E.1.2 prescrive che: ” ..e. Ove non indicato diversamente, il tenore dell’ossigeno di riferimento è quello derivante dal processo. ..”. Nell’AIA non c’è un processo per il quale sia indicato il tenore di ossigeno di riferimento. Questo impedisce una misurazione corretta delle emissioni inquinanti (in particolare per le diossine) come stabilito dal Decreto del Presidente della Repubblica del 18/05/2010 in seguito al ricorso presentato da ChiariAmbiente. La Bozza di allegato tecnico dell’AIA predisposto dalla provincia prevedeva la formula di conversione con il tenore di ossigeno di riferimento, mentre l’edizione finale non la prevede più! Dobbiamo ritenere che le misure sulle emissioni di diossine fatte fino’ora dall’ARPA e dalle Trafilerie Gnutti non sono confrontabili e non sono attendibili?

 

Noi riconosciamo alle Trafilerie Gnutti alcuni interventi che hanno migliorato l’impatto ambientale dell’azienda, ma il cammino per renderla compatibile con la qualità della vita dei clarensi è ancora molto lungo e richiede molto impegno anche economico.

Alla luce dei fatti principali elencati sopra, la e-mail del 15/01/2014, che l’architetto Aldo Maifreni ha inviato alla stampa incensando i grandi risultati raggiunti con L’AIA delle Trafilerie C. Gnutti, ci appare decisamente fuori posto.

A nostro avviso il Sindaco di Chiari non deve perdere tempo per carpire in maniera rocambolesca le e-mail che circolano all’interno di ChiariAmbiente, ma può conoscere le preoccupazioni di ChiariAmbiente semplicemente incontrando i nostri rappresentanti.

Siamo sempre stati disponibili ad un confronto franco e costruttivo nell’interesse dell’ambiente clarense e della salute dei suoi cittadini ma per ora abbiamo fatto numerosi incontri con le Trafilerie C. Gnutti ma, non per colpa nostra, è mancato un vero confronto con l’Amministrazione Comunale.

 

 

CHIARI 10 febbraio 2014

Giuseppe Ramera

Presidente ChiariAmbiente

Comunicato stampa emissioni Gnutti

Comunicato stampa di ChiariAmbiente

27 Dicembre 2013

Con riferimento all’articolo comparso sul Giornale di Chiari e al comunicato stampa del 18 dicembre 2013 delle Trafilerie C. Gnutti di Chiari precisiamo quanto segue:

  1. Le fotografie pubblicate recentemente sul nostro sito avevano anche lo scopo di mettere in evidenza le emissioni dai torrini dal capannone principale, emissioni di cui alcuni di noi sono stati comunque testimoni oculari insieme ai pendolari che aspettavano i treni nella mattinata del 13/12/2013 e non del 15dic13, in effetti, però l’effetto dominante che traspare dalle fotografie è quello della colonna di vapore acqueo prodotto dalle torri di raffreddamento;
  2.  Come abbiamo più volte ripetuto le Trafilerie C. Gnutti sono autorizzate dall’AIA in vigore alle seguenti emissioni diffuse riportate nella tabella “C2 ter – situazioni con possibilità di emissioni diffuse” di pag. 25 dell’Allegato Tecnico:

 

La situazione delle emissioni diffuse è riassumibile nella seguente tabella:

Condizioni operative anomale

Frequenza

Impatto ambientale

Rifusione delle billette deformate

Circa un turno ogni 2 settimane

Avvio del forno a crogiolo C.C. Innse Massimo 6 volte/anno
Cambio lega alla C.C. Krupp 3 – 4 volte/anno
Cambio lega alle lingottiere statiche 10 volte/anno

 

  1. Non deve quindi stupire che episodi di questo genere possano avvenire anche di giorno. Probabilmente la fonderia non riesce sempre a pianificarle nelle ore notturne. Resta il fatto che queste emissioni possono contenere sostanze pericolose per la salute, anche in concentrazioni superiori alla norma in quanto non trattate dagli impianti di filtrazione a secco. Per questo motivo ChiariAmbiente ha chiesto più volte la loro sostituzione con pratiche operative meno inquinanti o almeno di ridurle al minimo. Questo invito non è stato accolto dal Sindaco e dall’Amministrazione Comunale che ha approvato l’AIA senza avanzare richieste in merito. Anche nella revisione/rinnovo dell’AIA in corso di approvazione, non vi è traccia di una correzione di rotta su tale argomento.
  2. In merito al paragone con l’ILVA di Taranto, che in questo caso non è stato avanzato da ChiariAmbiente, la nostra associazione è molto interessata al confronto sulla salute pubblica. Perché se nell’Ovest Bresciano le malattie legate all’inquinamento ambientale sono maggiori che a Taranto nessuno interviene?

Come mai l’ASL non fa nulla anche dopo aver rilevato che alcune malattie nell’Ovest Bresciano sono più diffuse che nel sito “SIN di Brescia”?

  1. Perché è stata disattivata la centralina del PM10 fatta acquistare al comune di Chiari dalla precedente Amministrazione? Perché non è stata eseguita la campagna d’indagine sugli inquinanti pericolosi di origine industriale che l’ARPA aveva pianificato anche a Chiari (come prescritto dalle leggi in vigore)? Perché non abbiamo mai misurato la quantità delle diossine, PCB e IPA presenti nell’aria che respiriamo a Chiari? Perché la Regione Lombardia non adotta dei criteri per valutare il rischio e il danno sanitario della popolazione esposta ad un livello d’inquinamento rilevante? In altre regioni questo è già stato fatto.
  2. Tutti insieme (Compreso il giornale di Chiari) dobbiamo trovare la serenità, la serietà e soprattutto il coraggio di affrontare i temi ambientali in maniera scientifica e con spirito di verità, solo cosi si possono avere risultati più rapidi e più efficaci nella tutela della salute pubblica. Non possiamo continuare ad ignorare l’interminabile catena di sofferenze che è determinata dalla malattie legate all’inquinamento ambientale.
  3. In un momento di crisi economica dalle radici profonde, emergono i drammatici contorni di un danno ambientale, frutto amaro di uno sviluppo e di un’industrializzazione selvaggia, dove il primato era solo e soltanto il produrre a qualunque costo, anche umano. Nella caduta di un sistema economico globale, scollegato dai valori di bene comune e di comunità, oggi ci troviamo a discutere se è prioritario il posto di lavoro o la salute umana dentro e fuori dalla fabbrica. Noi pensiamo che il lavoro sia uno strumento per vivere e non possiamo accettare di produrre il pane che ci avvelena. Il lavoro e l’ambiente sono due facce della stessa medaglia ed è necessario trovare un equilibrio e un’armonia che rispetti entrambi: il ricatto tra lavoro e ambiente non è più accettabile in una civiltà avanzata.  Non si può tornare indietro e ignorare le nuove sensibilità sull’ambiente sempre più diffuse.
  4. La Lombardia ha una delle più alte concentrazioni di fonderie (acciaio, alluminio, leghe di rame), si produce gran parte dell’acciaio d’Italia e Brescia ne detiene il primato. Le Trafilerie C. Gnutti hanno aderito al consorzio “Ramet” (dell’A.I.B.) e hanno siglato un accordo di autoriduzione delle emissioni in aria (- 80% per le emissioni di diossine in aria, dall’attuale limite consentito di 0,5 a 0,1 ng/Nm3, e – 50% delle polveri emesse in aria). Tale riduzioni dovrebbero essere recepite dall’autorizzazione (A.I.A.) in corso di rinnovo a partire dal 31 dicembre 2013. Perché non ci sono informazioni in merito?

Perché l’Amministrazione tace ed il neo Assessore all’Ambiente non coinvolge il Consiglio Comunale?

Perché ChiariAmbiente non ha potuto presenziare alle conferenze di servizio sull’A.I.A. delle Trafilerie? Dai verbali delle Conferenze di Servizio sembra che si stiano facendo dei passi indietro anziché dei progressi nel senso auspicato.

Perché non si utilizza il grosso investimento della ex Durpress per fare una seria valutazione di impatto ambientale (V.I.A.) che permetterebbe anche di fare una valutazione estesa sulla salute pubblica nella nostra città?

Perché in questo grosso investimento industriale si vuole evitare l’autorizzazione integrata ambientale (A.I.A.)?

CHIARI 27 dicembre 2013

 

Giuseppe Ramera

     Presidente di ChiariAmbiente                                 Gruppo Ambientale di ACLI Anni Verdi

                                                                                                          

 

 

Ernesto Burgio: La Rivoluzione Epidemiologica

In questi video il dr. Ernesto Burgio, presidente del comitato scientifico ISDE (medici per l’ambiente), spiega in maniera esauriente una nuova visione dell’origine delle malattie. Queste recenti scoperte scientifiche portano a quella che viene giustamente definita “rivoluzione epidemiologica”.

 

CHIARI – Scoperta discarica abusiva durante il monitoraggio degli ordigni bellici

Tav, discarica abusiva scoperta sotto il tracciato
È stato come aprire il coperchio di un sarcofago, ma al posto delle mummie o di qualche reperto prezioso, sono saltati fuori quintali di rifiuti. I cantieri per Brebemi e Tav stanno portando alla luce un malcostume che caratterizza a macchia di leopardo tutta la campagna di Chiari.
Dopo diversi casi durante gli scavi per l´autostrada Brebemi, nei giorni scorsi è toccato a Cepav (concessionaria dei lavori per la Tav) riportare alla luce le pessime abitudini di chi ha trasformato negli anni Ottanta un terreno in una discarica. Siamo in via Manganina a Chiari, al confine con Castelcovati, paese che su quest´area scatenò negli anni ´90 una battaglia contro una discarica per rifiuti speciali, poi diventata in parte discarica per inerti.
In un terreno che confina con quest´area, sono stati trovati quintali di rifiuti urbani, vecchi di almeno vent´anni. Il ritrovamento è avvenuto durante le opere per la Tav ! finalizzate a scongiurare la presenza di ordigni bellici. «Si è scesi fino a sette metri – spiega l´assessore all´Ambiente Maurizio Mombelli – ed è stata scoperta tutta questa porcheria. I lavori sono stati sospesi, dopo la comunicazione al Comune da parte di Cepav: è stata isolata la zona ma non sono scattate operazioni di emergenza per i casi di rifiuti tossici, perché il materiale non pare pericoloso».
Non «pare», ma per scongiurarlo il Comune, oltre a sobbarcarsi la bonifica, dovrà attendere il responso dell´Asl che entro qualche giorno si esprimerà sulla natura dei rifiuti.
Il quadro è chiaro, per molti residenti con qualche anno sulle spalle: «Quella era la discarica di Chiari – taglia corto un residente -. Lì ci buttavano di tutto, perché era un terreno abbandonato: i risultati saltano fuori ora». Discariche che anche trent´anni fa mai avrebbero potuto essere create in modo così selvaggio: c´era già un quadro! rigorosissimo per lo smaltimento. Sul posto ha svolto un sopr! alluogo anche la Polizia locale che da un paio d´anni sorvola con il suo velivolo l´intero territorio, trovando tonnellate di rifiuti in varie discariche abusive

(Fonte : Brescia Oggi Martedi 10 Settembre 2013 – Massimiliano Magli)